E’ sempre decisivo partire da definizioni chiare e non ambigue, quelle che seguono sono le accessioni di comuni dizionari della lingua italiana: la definizione esatta e condivisa della espressione
Libertà in senso lato: condizione di chi non subisce controlli, costrizioni, coercizioni, impedimenti e simili; possibilità di agire in modo autonomo senza condizionamenti.
Volontà: facoltà di volere, capacità di decidere ed iniziare una certa azione.
Arbitrio: [vc. dotta, lat. arbitrium, da arbiter “arbitro”] – Facoltà di giudicare ed operare liberamente le proprie scelte e la propria volontà.
Libero arbitro: possibilità da parte dell’uomo di scegliere senza essere condizionato da alcuna necessità.
Date queste premesse, non sembra fuori luogo chiedersi quale spazio possa avere il c.d.
Non sceglie di esistere come vivente.
Non sceglie di esistere come specie.
Non sceglie di esistere come individuo.
Non sceglie la propria formazione biologica.
Non sceglie la regolazione del proprio sistema endocrino.
Non sceglie il proprio condizionamento biologico e ambientale.
Non sceglie il comportamento etologico di primate.
Non sceglie il condizionamento materno e familiare.
Non sceglie il condizionamento sociale. (*)
Da questo ne consegue che:
L’uomo non poteva non essere che quello che è.
Quindi tutti gli uomini non potevano non essere che quello che sono.
E dunque la società non poteva e non può essere che quella che è.
E la storia non poteva non essere che quella che è stata.
La conclusione è che siamo in una trappola da cui non solo non è possibile uscire, ma all’interno della quale non abbiamo alcuna possibilità di movimento e di scelta.
(*) N.B.: E’ stato dimostrato che le ultime due voci (condizionamenti familiare e sociale) instaurano modificazioni permanenti a livello sinaptico che rimangono stabili per tutta la vita.
Ci piacerebbe che qualcuno ci spiegasse cosa sceglie l’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento